giovedì 24 aprile 2014

Regole M5S prima del maquillage

Il M5S mi ricorda altri tempi e altre chiese.
E come allora, sento il bisogno di schiarire l'orizzonte.

Il "caso" Pizzarotti viene discusso dimenticando di chiarire quali sono le regole reali del M5S.
Sono semplici, ma per via delle decorazioni volute da Grillo e Casaleggio, che non possono rinunciare allo status democratico, si fa parecchia confusione.

Il Movimento 5 Stelle è organizzato in gruppi locali (o in rete, se si tratta di circoscrizioni estere dove gli iscritti sono distanti tra di loro), dove vige la democrazia. Uno vale uno.
Oviamente ci sono quelli che sono più in sintonia, e quelli che lo sono meno.

Su questo si innestano Grillo e Casaleggio.
Uno è quello che fa i peli alle altre forze politiche e vende il suo M5S come soluzione migliore.
Per tale immagine è sufficiente chiedere due soli requisiti:
1) Non avere processi penali.
2) Rinunciare a una parte dello stipendio.
Sono due manovre mediatiche (la prima completamente ragonevole, e condivisibile) che elevano i cndidati totalmente ignoti su un piedistallo rispetto a quelli degli altri partiti, generalmente invischiati nella rete di potere e interessi che li permeano.

Il terzo punto, quello del massimo di due mandati, non è mediaico. Ironicamente, Casaleggio e Grillo sono riusciti a farlo accettare internamente, perché aumenta la speranza degli attivisti di ottenere un mandato se è obbliatoria la rotazione.
E da li lo si vende come garanzia che il M5S fa politica pulita.
Cosa che può essere vera, ma che garantisce che il tasso di incompetenza e inefficienza sarà alto. (Forse uguale a quello degli altri partiti, ma la "soluzione" non rende il M5S più competente, anzi lo azzoppa in continuazione).
Il vero scopo dei due mandati, che possono anche ridursi, come si vede dal caso dei Senatori e di Pizzarotti, è che Grillo e Casaleggio vogliono la forza politica anonima, dove l'unico visibile e presente è Grillo, e dove la strategia la fa lui con Casaleggio, senza che ci si mettano altri.

La democrazia diretta del Movimento certamente non è un male. Laddove decidono persone interessate a cose che li riguardano) e riguardano il loro ambiente e territorio.

Esttamente questa è l'immagine che Grillo e Casaleggio vendono per ottenere voti!
Ed è quello che gli attivisti confermano, o perché non hanno notato incongruenze, oppure perché sorvolano per amore verso la causa.
Esiguo il numero di attivisti che invece criticano l'innesto a livello di controllo operato da Grillo e Casaleggio. Come tipico delle sette (gli apostati sono sempre una cifra percentuale annuale piccola!)

L'incoerenza è finalmente visibile grazie alle interviste e alle dichiarazioni rilasciate da Grillo e Casaleggio, e a quello che si vede dal blog.
La libertà concessa è stata:
- Ascoltare uno specialista per definire i punti di una legge elettorale.
Risultato: Una legge che obbliga a coalizioni.
Che comunque non è importante strategicamente per Grillo e Casaleggio. È chiaro che in Italia la maggioranza vuole una legge che assegna la maggioranza a una forza politica del 37%, e fare una proposta giusta fa guadagnare punti, ma la legge migliore è quella che permette di arrivare al potere senza avere la maggioranza.
- Scegliere un pesonaggio per la Presidenza.
Non c'era da aspettarsi cattive sorprese, tipo attrice pornografica, e quindi c'era da affidarsi al buonsenso degli attivisti iscritti (ripeto: In generale gli attivisti sono affidabili se lasciati liberi!).
- Prodigarsi nel leggere proposte di legge e commentare (commenti che al 90% non servono a niente, se non a costruirsi un curriculum di "impegno" o a lanciare idee strampalate).
Buona iniziativa, che poi rivela gli immensi limiti rappresentati dalle masse che si lanciano in quantità su spazi aperti.
Da immaginare con 10 olte più partecipanti! Sarebbe un immondezzaio tremendo di testi, dove nessuno vorrebbe perdersi per andare a cercare i pochi testi coerenti e utili.

Non è invece stata concessa per "confermare" o ratificare la linea politica di non cooperae e formare maggioranza, con un piano di governo che permetta la realizzazione di punti voluti dal M5S.

E c'è stato abuso nel chiedere di ratificare una scelta di espulsone in blocco, senza fornire materiale e permettere spiegazioni e giustificazioni (un tribunale virtuale che di democratico non ha niente. Somiglia più al linciaggio che a un giudizio!)

Molto da notare invece i pesanti e grandi "silenzi" voluti da Grillo e Casaleggio.

L'immagine che si da è che gli attivisti definiscono democraticamente le proposte, e Grillo e Casaleggio vigilano per controllare la dissidenza, e estirparla specialmente se comincia ad avere attenzioni mediatiche.
I silenzi e l'anonimato voluto invece mostrano un panorama diverso:
L'organizzazione e le regole di Grillo vogliono azzerare il contrasto con Grillo e Casaleggio.
Le grandi linee (poche ovviamente) sono il vero progetto dei due. E sono volontà che si scontrerebbero con le critiche, per cui non possono essere proposte. Devono essere attuate quando le critiche non fermano l'attuazione, ovvero quando il movimento decide da solo come forza di governo.

Chi accusa Grillo di voler essere la star non lo capisce.
Grillo fa lo show, ma ha in comune con Casaleggio che la priorità spetta al progetto.
A quello fanno scudo e lo proteggono (sottraendolo al dibattito).

Il M5S è un veicolo per raggiungere lo scopo definito da Grillo e Casaleggio.
Per questo sono ingombranti e frenanti quelli che fanno radici e catturano l'attenzione degli elettori, dando volto e parole proprie, quando l'intenzione è di raccogliere consenso ovunque per fare il cambio epocale della democrazia.

E per questo, personaggi come Taverna, Di Battista e Di Maio sono anche apprezzati. Perché duplicano Grillo e Casaleggio come divulgatori, ma non fanno considerazioni che vanno contro la strategia (dialogo con altri è strategicamente impossibile. Assieme ad altri non è possibile realizzare la democrazia diretta senza discussione, adottandola in fase presperimentale per sostituire la demorazia rappresentativa.)

Se le regole fossere sincere, il caso Pizzarotti sarebbe facile da risolvere:
Chiunque esprime visibilmente dubbi sulle strategie di grillo e Casaleggio è automaticamente "off the movement", che è inteso nel senso che gli si vuole togliere ogni visibilità (rinuncia mandato e oblio politico). I "portavoce" devono facicchiare, guadagnare medaglie e buoni per il M5S, e rimanere anonimi.

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