lunedì 28 aprile 2014

Influencing è tutto!

Non sto scoprendo l'acqua.
Raccontare la storia umana aveva un fine principale: Influencing!
Per una ragione molto semplice: Perché la comunicazione umana ha questo come obbiettivo principale.

Berlusconi ha un elettorato consistente, perché ha un apparato di influencing notevole.
La sinistra ha fatto storicamente "influencing" attuando la dottrina, che la funzione dello Stato è provvedere. (Distribuendo pesci insomma!)
E Casaleggio ha preceduto Berlusconi su un nuovo campo, limitato ma esteso, sul quale influencing è pressocché invisibile, ma molto efficiente, affiancato da Grillo, che lo fa nella maniera più antica.

La riflessione si ferma tutta qui.
Non mi pare che ci sia da aggiungere molto.
Mi pare invece, che la democrazia diretta partecipativa RESPONSABILE non combina con l'influencing.

E se il "sogno" di Casaleggio è una democrazia diretta partecipativa, dove la partecipazione è diretta e orientata tramite influencing (e poi ovviamente dirottata da lobby), l'utopia grandiosa che si presentava con Dario Fo si riduce a una traduzione dello stato delle cose alla rete, con "perdita" di sfumature. Ma è un trasloco a uno spazio oscuro, non illuminabile per completo, e pieno di "opportunità" per quelle "virtù" umane che hanno fatto la storia ignobile della specie.

Prosaicamente allora "Gaia" è la "visione, che la tecnologia delle comunicazioni ci permetterà di fare  politica in modo individuale e partecipativo.
Ma saremo manipolati dai Casaleggio.
Sarà la novità dello strumento nuovo.
E rimarrà, che come specie lo strumento cervello che abbiamo da milioni di anni non ci piace per costruire e fare scelte razionali.

I Berlusconi, Grillo e Renzi ci offiranno una poltiglia indefinibile chiamata soluzioni, e i tecnici orchestreranno il nostro consenso.

La buona notizia è che l'influencing non funziona con tutti.
Perché l'astensione non viene promossa da nessuna lobby, e siamo spesso il maggior partito!

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