lunedì 6 gennaio 2014

Piede di porco

Immaginiamo tre livelli su cui fare le cose:

1) Rivoluzione violenta. Si tagliano tutte le teste di chi compone il sistema, magari qualcuna di troppo per sbaglio, o qualcuna che poi rovina tutto si lascia, e si ricomincia tutto, dopo averlo sfasciato tutto (con un 80% di cose che non c'entravano, e costituiscono il danno catastrofico di una rivoluzione).

2) Si grida e si minaccia col piede di porco, chiedendo cambi, ma al massimo si è disposti a usare il piede di porco per farli, rifiutando ponderare le cose per capirle bene.

3) Studiare al meglio possibile le cause di una situazione, e costruire una chiave che calza alla perfezione, e permete di aprire porte e cambiare intelligentemente le cose da dentro, senza fare danni.

Il populismo di cui tanto vanno orgogliosi Grillo e Casaleggio è quello descritto dal secondo punto.

Il M5S nelle istituzioni invece si muove solo sul terzo.
E quando Di Battista e altri per mostrare fedeltà rimugina le battute di Grillo, cade di livello.
Cosa che mi mostra, che ha momenti di debolezza, nei quali il cervello lo lascia riposare.

Populismo si basa sull'idea, che prendere decisioni per 60 milioni di cittadini, trovando la via più intelligente, tra mille interessi e rischi, sia cosa talmente facile, da poter essere decisa strillando in piazza.

Visto che mi ci trovo, torno a un'altra critica che non ripeto da un po di tempo:
In primo luogo, alle Istituzioni si possono mandare i premibottoni, e quelli è un peccato pagarli bene.
Ma si presuppone che dietro ci sono le teste pensanti e ragionevoli, e allora quelle dovrebbero essere pubblicamente visibili, pagate molto bene, e chiamate a responsabilizzarsi, cominciando dalla giustificazione delle scelte, e mostrando imparzialità e libertà da interessi lobbistici.

Fino a questo momento io sul blog e sul "sistema operativo" di Grillo non scorgo quel meraviglioso sistema di costruzione di leggi, anzi, di analisi di problema.

La democrazia diretta di Grillo serve al massimo a creare un canale diretto per trasmettere idee, e dar loro peso, così da renderne mandatoria l'inclusione o il rispetto.
In altre parole: Se non esistesse la Casta e il sistema di parassiti, la democrazia diretta si potrebbe praticare sul modello svizzero.

Sostituire il sistema rappresentativo, con uno che spera di derivare scelte essenziali tramite la rete, grazie al "dialogo" e alla costruzione, confidando nel fatto che la rete si modera da sola, e boccia quel populismo che invece è l'attrazione principale del movimento, è una non-strategia, e una non-soluzione.
E i precedenti di Grillo mostrano che NON è in grado di discernere tra placebo e fatti reali.

Qualche giornalista sostenitore di Grillo (Travaglio, Scanzi, etc.) qualche volta ha auspicato l'emancipazione del Movimento a Grillo.

Credo che la loro valutazione sia sbagliata.
La formula Grillo-Casaleggio / M5S va rifatta, ma non eliminando una parte.

Chi deve riformularsi è Grillo. Dovrebbe capire, che deve abbandonare il comando, dopo aver fatto creare dagli iscritti un regolamento che garantisce che gli eletti siano responsabili, seri, con visione, e senza potenziale corruttivo. E con un procedimento che non sembri scomunica, per l'esclusione di mele marce, o per "disciplinare" dichiarazioni e condotte che lo richiedono.

L'abbandono del comando non è abbandono del movimento. È invece limitarsi a fare quello che sin dal principio afferma, di essere il portavoce, attrattore e solo uno come ogni altro.
Grillo dovrebbe continuare a attrarre elettori, ma per quanto visto in questo anno, le correzioni sono in grado di farle i parlamentari a lui e non viceversa.

Lasciamo per un altro commento poi l'osservazione, che se gli elettori avessero avuto la possibilità di decisione, il M5S dovrebbe smetterla di rifiutare ogni dialogo, e invece considerare sul serio di operare per il cambio lavorando in coppia ocn un altro partito, invece di sognare la maggioranza assoluta (che auspico non otterrà, perché il progetto democratico di Casaleggio e Grillo è un'idea sballata che farà un danno tremendo agli italiani.)

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