domenica 10 febbraio 2013

Agitarsi prima dell'uso

Mancano due settimane alle elezioni del 2013.
Gli italiani (meno qualche migliaio che ha il biglietto della lotteria politica) avranno l'unica opportunità di azione democratica dei prossimi anni (che in Italia potrebbe comunque essere una data un po più vicina.)

Circa il 30% di coloro aventi diritto al voto vi rinunceranno.
Rinunceranno all'unico briciolo di potere che hanno, anche sapendo, che assieme costituiscono il gruppo di scelta elettorale maggiore.

Quest'anno bolle molto in pentola.
Si agita tutto, e a quanto pare, gli elettori di fatto sono in subbuglio.

Da una parte ci sono i partiti consolidati, con i loro fedeli, le loro quote "sicure" o previste, e il sistema al quale si sono adattati, e poi ci sono alcuni nuovi attori, iperattivi fino all'ultimo momento, e una spina nel fianco delle aritmetiche di potere.

Gli schieramenti non sono chiari, anche se come reazione ai sondaggi si fanno previsioni e considerazioni ovunque. Ci sono offerte, rifiuti annunciati che sembrano più esche, e i mezzi di comunicazione che l'ultimo giorno permesso per i sondaggi fanno le ultime considerazioni.
Alcuni aprono la possibilità di una crescita di ultima ora del Movimento 5 Stelle, senza dare limiti.
Gli entusiasti del Movimento ovviamente sognano la maggioranza assoluta, e qualche personaggio eminente manifesta addirittura intenzione di voto per il Movimento e/o per Rivoluzione Civile.

Noioso riassunto.

In questa prima parte esporrò le assunzioni positive che si possono fare riguardo al movimento di Grillo e Casaleggio.

La tattica di Grillo-Casaleggio è puntare sui comizi di Grillo, e dall'altra parte offrire una struttura via internet per gestire un movimento di democrazia diretta (o partecipativa) dove gli aderenti si possono organizzare e si convogliano proposte.
I piedi del movimento sono quindi due: Grillo e la base organizzata via internet.

Confermato regolarmente su fori di discussione pubblici, dove a obiezioni e critiche generalmente rivolte contro i metodi poco trasparenti e l'apparente mancanza di democrazia gli attivisti del movimento rispondono seccati, rimandando al loro lavoro di fondo.
Grillo quindi appare come polo magnetico, showman unico e portentoso, e le sue uscite oblique vengono relativizzate perché si devono considerare "mediatiche", cabarettistiche, o scivoloni dovuti alla natura "sanguigna" di Grillo.

Puntualmente vengono difese le espulsioni, a volte presentate come tradimenti all'accordo preso dal principio, di limitarsi a due mandati e accontentarsi della metà dello stipendio.

A chi si avvicina con diffidenza e critiche al movimento, si propone una interpretazione prevalentemente positiva costruita su presupposti resi possibili dagli elementi di informazione o dichiarazioni appena elencate:

Grillo e Casaleggio sono solamente uno il cavallo d'assalto del movimento, l'altro colui che provvede il guscio tecnico, la struttura di rete che lo organizza e gli permette di funzionare.
Le imposizioni (rifiuto di accettare spazi nei mezzi di comunicazione, obblighi salariali e limiti di mandato) si riescono ad accettare come rimedio contadino ai mali che nel complesso chiamiamo la Casta, che è il nemico dichiarato di Grillo.
Anche le affermazioni di democraticità, ma il rifiuto di rendere chiaro un orientamento ideologico o politico acquistano credibilità se si aggiunge come obiettivo il proposito di attirare consensi di ogni spettro politico.
A questo si aggiungono i punti più discutibili delle mete del movimento, come il referendum sull'abbandono della moneta comune, che a chi lo vede come una possibilità di altissimo rischio può sembrare un'esca populista come diverse altre, con il solo fine di ampliare i consensi elettorali.

Da notare anche le reazioni dei partiti, che secondo qualche commentatore sono le vere forze che spingono gli elettori a dare la preferenza al Movimento Cinque stelle. I partiti infatti danno evidenza di orchestrazioni strategiche contro l'elettorato, e ciò provoca la reazione di vendetta che Grillo offre portare a termine per conto degli elettori "traditi".

Si perdonano o si accettano quindi i bravi ragazzi inesperti ma onesti, probabilmente incapaci, preferendoli alle vecchie volpi rapinatrici, in combutta contro l'elettore, farsanti nel simulare principi e programmi, ma in fondo solidali tra di loro perché il loro interesse principale è salvare le loro reti di potere, che assorbono i fondi pubblici indebitamente.

Il M5S quindi cerca di proporsi come unica opzione di voto per espellere tutti i cattivi, come scalpello del cittadino per pulire il paese dalla Casta Corrotta.
E le dichiarazioni di intransigenza verso qualsiasi altro partito sono parte della strategia, che risultano essere fruttifere (mentre invece le considerazioni di coalizioni e alleanze degli altri partiti ottengono l'effetto contrario: Esodi di elettori).

Fine dell'analisi.

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