venerdì 11 novembre 2011

L'ora della pecora

Ci sono dozzine di opinioni sul da fare, ma solo una scelta da fare.

È oltremodo ovvio, che chi non ha governato vuole le elezioni anticipate. Le possibilità di arrivare al governo in questo momento sono elevate.

Berlusconi - e sarebbe una grande sorpresa se non fosse così - preferisce la continuazione dello stato attuale, sotto la guida delle sue marionette.

Grillo dice che Monti praticamente è la seconda scelta peggiore.

Io non sono nessuno, ma per ragioni che ti saranno comprensibili tra qualche frase, credo di sapere cosa si deve fare.

Delle tre posizioni descritte, non vado d'accordo con nessuna.
Le prime due sono posizioni di interesse per il potere. La terza non la vogli ocommentare. Forse Grillo ha qualche ragione, ma non posso dargliela in questo caso. E non sto affatto dicendo che un governo guidato da Monti sia la soluzione giusta.

La cosa giusta da fare è:
Elezioni anticipate NO. Già solo per il tempo necessario, e l'incertezza generata, si devono scartare.
Il principio che deve servire da guida è invece generare fiducia. E non in Italia.
Chi ci dice quindi qual è il candidato e il governo migliore, stavolta sono i mercati esteri.
Delle soluzioni proposte attualmente, Monti sembra la scelta migliore. Sembra anche improbabile, che nel corso dei prossimi giorni si presenti un'alternativa più accetta.
Io quindi, se fossi al Parlamento, stavolta mi asterrei dal fare politica di partito (e potere) e appoggerei il candidato preferito dei mercati.
Sono d'accordo con gli indignados, che i mercati stanno rovinando le economie nazionali, ma la colpa è degli sprechi e delle spese troppo alte dei governi.
E in ogni caso, cercare di andare contro corrente - da quel che si vede chiaramente da diversi mesi, solo ingrossa la corrente e la rende più minacciosa.
Ripeto quindi, che ora si deve accettare e sostenere la pecora che segue il corso prescritto da fuori, per calmare le acque i ridurre il fuoco.
Ma allo stesso tempo si deve cominciare a cercare una soluzione internazionale per controllare le spese nazionali (aumentando l'efficienza, riducendo il costo degli stipendiati, evitando sprechi e facendo investimenti che generano impiego).
La pecora si manda avanti e con calma si riprogetta la logistica.

mercoledì 9 novembre 2011

Grazie!

Ho scelto il titolo corto, ma le considerazioni da fare sono moltissime.

Il Grazie è rivolto al Cav. Silvio Berlusconi.
Ed è a doppia sfaccettatura.

Una volta il grazie diretto, per togliersi di mezzo (in apparenza).
Il grazie vero però è maligno:
Silvio, grazie per non essere così furbo come ti credi!
Il gioco lo controlli in Italia, e ciò ti ha fatto credere, che le cose le risolvi allo stesso modo anche quando ci sono pressioni dall'estero!
Lo spread sale? E tu a dire due frasi, che non è giustificato.
Ti riducono il rating? E altre due frasi, che è una mossa non sostenuta dalla realtà.
E così via.
Mentre invece il grosso dell'energia tu e i tuoi lo riservate a spingere legge e emendamenti che fanno molto comodo a te.
Grazie quindi, per aver sottovalutato il resto del mondo!
Dove tu non comandi, sono preoccupati per i loro soldi, e sanno benissimo, che sotto la tua guida l'Italia fa tre passi per crearti uno scudo protettivo e un passo per tutto il resto delle cose.

Non è un grazie al mondo, per aver risolto un problema dell'Italia. Lo hanno fatto nel loro interesse.
Ma comunque siamo grati.

Il siamo include mezz'Italia.
Il che suona positivo.

E invece dubito che lo sia.

Primaditutto, la ritirata di berlusconi dal palco non vuol dire tanto. Il suo partito è nel vero senso della parola "suo".
È un organismo composto da parecchi avvocati, che hanno il compito principale di salvaguardare il Condottiere. E sono sicuro, che la maggioranza non smetterà di fare diligentemente il proprio lavoro, solo che perlomeno non sarà più per proteggere le massime cariche dello Stato, bensì coloro che nuotano nel capitale.
L'altra cosa che speriamo cambierà è che ci dovrebbe essere meno ricorso al voto di fiducia per passare le "leggine" che col Referendum avevamo negato.

Il prossimo governo potrebbe essere nuovamente di centrodestra, con pressappoco gli stessi personaggi.
Potrebbe anche essere di Centrosinistra con pressappoco i personaggi attuali di Opposizione, che finalmente trovano un accordo basato sulla volontà di governare.

Ma continuo a non credere in nessuna delle due possibilità.
Di sicuro non voterò nè per l'uno, nè per l'altro schieramento. Se rimane una terza opzione (non intendo il terzo polo), la studierò.

Io continuo a sperare in un movimento serio, responsabile, e deciso a far pulizia.
Non cerco i miracoli e la genialità. Forse ci sono, ma a cambiare le cose si può anche prendere un granchio e fare più danno che bene.
Per cominciare, preferisco chiedere tagli allo spreco nell'amministrazione pubblica.
Chi lavora per la comunità deve veramente lavorare. Il superfluo deve essere eliminato completamente.
Si deve perseguire il massimo dell'efficienza.
Chiedo anche tagli alle spese militari. Tutto ciò che non è veramente necessario si lascia per tempi migliori. Tagli alle spese di appoggio al culto (non dico a zero, anche se sono ateo, ma ci devono essere, perchè tocca a tutti stringere la cintura).
Il resto del pacchettone, sia privatizzazioni o altre cose, lo lascio alla discussione. Ma certi settori preferirei non toccarli. Preferirei lasciare fondi per appoggiare progetti economici privati (però non alla maniera della Sinistra, che finisce per favorire imprenditori disonesti. Se come Stato ti presto o ti do soldi, perlomeno per un certo tempo sono tuo socio e posso prendere il comando in qualsiasi momento sia necessario ...).

Se governa la Sinistra, mi aspetterei l'abolizione di tutte le leggi pro Silvio nel giro di massimo sei mesi. Sarebbe il minimo che devono al paese!

È il 9 de Novembre 2011 in Italia.
Non ho ancora perso la speranza che la politica dei paesi democratici migliori prima che io muoia.
Posso contribuire con qualche piccola idea (studiata per provocare cambi graduali, però in modo naturale).
Tocca a voi, 60 milioni di paesani, volere il cambio, mettervi d'accordo su alcune cose basilari, e fare forza assieme per ottenerle.