mercoledì 7 settembre 2011

Legally stoned


Le ragioni a favore della legalizzazione delle droghe non le trova solamente chi le consuma.
Fuori sospetto sono sicuramente diversi ex presidenti di paesi latinoamericani,  che da qualche anno lo consigliano. L’ex Presidente messicano Vicente Fox addirittura chiede di amnistiare i narcotrafficanti, tra l’altro gente che ha decapitato, squartato, dissolto in acido e torturato.
Come esempio si cita sempre il Proibizionismo, che corrisponde all’età d’oro del gangsterismo americano, ed ebbe come risultato la creazione di imperi mafiosi.
Alcuni fanno notare che con la legalizzazione si creano nuove entrate fiscali, che si controlla il mercato, che si indebolisce l’attrattività del proibito e si riduce il numero dei viziati.

Le repliche in parte hanno la loro giustificazione, ma sono spesso mosse da moralismo.

La mia opinione è piuttosto tecnica:
Se sia la proibizione a far crescere il mercato non importa.
Però è ovvio, che il mercato è gigantesco e molto lucrativo.
Il punto è esattamente questo.

Dove c’è richiesta e il guadagno è alto, c’è SEMPRE chi organizza la merce. E difende il negozio col piombo.

I successi del governo messicano, che ha catturato in 5 anni oltre la metà dei narcotrafficanti più ricercati, hanno un solo effetto: Si creano vuoti di potere che originano guerre di occupazione. E i morti, proporzionalmente ai “successi” aumentano ogni anno.

La criminalità organizzata per me è una creazione di Stato.
Lo Stato esclude dalla legalità settori di altissimo guadagno e crea mercati neri.

Per combattere la criminalità organizzata, la forma più intelligente è ridurre i mercati neri.
La riduzione si ottiene tramite un consumo minore e monopolizzando l’offerta, ovvero con la gestione degli spacci.
Per quel che si vede ovunque, la riduzione del consumo è un sogno.
Né tramite educazione, né tramite castigo si riesce a contenere il consumo.
E i costi sono altissimi.

Il castigo della vendita illegale è altrettanto costoso. Nonostante catture e successi, i mercati continuano a crescere.

Mi sembra a questo punto, che statalizzare lo spaccio, come si fa con i tabacchi e l’alcool, sia la soluzione che permette di ridurre drasticamente i costi attuali, e le entrate senza dubbio saranno notevoli.
Se lo Stato si appropria della maggior parte del mercato legalizzandolo e controllandolo, il negozio nero si riduce.
Dove ci sono meno soldi c’è meno gente che può mangiare.
... e farsi la pelle.

Legalizzazione per me non è l’inizio del discorso.
Il mio discorso inizia con maggior sicurezza dei cittadini e minimizzazione dei costi delle forze dell’ordine.

Dovresti essere libero di farti quello che vuoi, se continui a rispettare i diritti degli altri.
Se fai danno a te stesso, o se rechi dispiacere a Dio (provocandone l’ira) sono conseguenze con cui devi convivere.

Per il Messico la legalizzazione non servirebbe.
Il problema che sta alla base di tutto non è la droga. È la corruzione.
E siccome il Messico è una Repubblica fondata sulla corruzione, qualsiasi tipo di cambio è molto improbabile, già che il sistema da solo non si rinnoverà, non è previsto nessuno spazio a movimenti che vanno dalla base ai vertici (sono i vertici di potere che dettano i movimenti) e la popolazione si è accomodata o convive con la situazione.
Limitandoci alla sola legalizzazione, e fingendo che non ci sia problema di fondo, anche quella in Messico non risolverebbe niente.
La legalizzazione si può immaginare pressappoco così:
Lo Stato monopolizza e spaccia controllatamene e a prezzo di mercato, o un poco al disotto.
In teoria i trafficanti rimangono senza mercato ...
Ma in pratica non è vero, perché il mercato maggiore è alle porte del Messico.
I trafficanti perderebbero il mercato messicano e si concentrerebbero su quello statunitense.
La violenza si ridurrebbe nel paese, e si concentrerebbe nelle regioni di confine.
La coltivazione e fabbricazione potrebbe avvenire comunque su tutto il territorio nazionale, e violenze locali comunque non sparirebbero (sparirebbe solo la guerra per le “piazze”.)
I costi per catturare delinquenti non si ridurrebbero significativamente, e neanche la corruzione delle forze dell’ordine ,che riceverebbero comunque tangenti.
Quale giudizio finale sul Messico? Non voglio esprimerlo. Preferisco dirla indirettamente:
Si può parlare di tutto e fare qualsiasi tipo di “guerra”, ma solo quando sul serio si combatterà la corruzione, il Messico comincerà ad uscire dalle sabbie mobili.

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