venerdì 9 settembre 2011

Granchi in cattedra


In un libro di Howard Gardner sopra cinque menti (o intelligenze) che ho finito di leggere, l’autore afferma che la Scuola, che pretende di preparare i giovani per il futuro, in realtà li prepara per il passato.

Tenendo in conto che l’Italia sforna Laureati per destinarli alla disoccupazione o a concorsi per posti di bidello o controllore alle Ferrovie di Stato, si può sicuramente concludere che l’Educazione Superiore pubblica italiana fallisce nello scopo principale: Preparare i giovani alla vita autonoma.
Sovviene il sospetto che fallisce, perché il Programma accademico non è affatto sviluppato da gente che lavora e introduce al lavoro, bensì da gente che vive della professione di maestro e fa ciò che ha appreso: Trasmettere nozioni.

Lo studente equivale a un contenitore vuoto che via via si va riempiendo. Idealmente conserva le cose apprese per cacciarle fuori al momento di esami e interrogazioni, che è l’unica meta a cui punta tutto il gioco.
Che poi il materiale appreso rimanga nella memoria o no non fa molta differenza, visto che sia da disoccupato, sia sul lavoro la maggior parte non serve.
I tagli all’Educazione Pubblica certamente non migliorano la situazione.

Si aggiunge a questo anche il fatto che i titoli di Studio italiani sono spesso solo validi in Italia.
Da un pezzo, già da quando si discuteva l’Unione Europea, si doveva pensare in Italia ad agganciare i programmi di studio italiani a programmi internazionali, per assicurare che il titolo italiano abbia equivalenti internazionali, o che le singole materie corrispondano a crediti di studio internazionali.

Sarebbe inoltre un servizio necessario quello di avere Consulenti scolastici incaricati di promuovere studenti talentosi ad altri Istituti rinomati, sia nazionali che esteri, anziché abbandonare lo studente alle possibilità limitate dal proprio orizzonte.

Sembra che in Italia non contino né impegno, né talento, e che l’unico sogno possibile sia finire in Televisione o a ballare con i veli addosso, oppure gareggiando nei quiz.

Sia Università che Scuole Professionali dovrebbero avere intrecci con Industria e Imprese, per canalizzare al lavoro gli alunni appena sfornati.

Insomma, si deve rifare meglio, ma si può fare senza chiedere l’aiuto di una razza superiore!

Nessun commento:

Posta un commento