domenica 4 settembre 2011

Cucina nuova


Per ottenere migliori sapori in cucina, si provano ricette nuove.
Se non sei tu che cucini, tocca al cuoco, e se non lo fa, il sapore diverso solo riesci a provarlo con un cuoco diverso.

La politica democratica purtroppo è come un gioco di domino da far crollare.
Devi risalire alla prima piastra se vuoi evitare che tutte le altre piastre cadano nella direzione e nella sequenza predisposta.

Quando noi illusi abbiamo idee e le raccontiamo in giro, o da qualche anno le scriviamo in rete (col vantaggio che in teoria le può conoscere ogni essere umano), il gioco che secondo l’analisi transazionale facciamo – e che ci soddisfa al momento – è quello di trovare pubblico a cui recitare che siamo responsabili e intelligenti, mentre i potenti non lo sono.
La gratificazione l’abbiamo per la sola presenza di pubblico, anche se virtuale e anche se differito.
Quindi scrivere è una grossissima tentazione con risultati terapeutici.
I fori e i like this and dislike that buttons li possiamo usare per alzarci successivamente dalla sedia  come se fossimo aggrappati a un mucchio di palloncini pieni di elio. Come minimo più leggerini nell’animo.

In un ambiente di sentita impotenza collettiva, questo è l’unico sfogo conosciuto e cercato.
E per questo qualsiasi cosa che ci si presenta davanti, a primo impatto ci sembra essere la stessa cosa: Lo sbuffare dell’amico, del vicino o dell’altro sconosciuto.
Siamo programmati a che per sentirci meglio facciamo qualcosa con noi stessi.
O ci sfoghiamo con la moglie, il marito o i figli che “ci fanno” arrabbiare, o per variare, con altri nel traffico che guidano come gli imbecilli o si credono furbi.
Ma al di la dello sfogo non conosciamo altri percorsi.
Il massimo che abbiamo imparato sono i meccanismi autoregolatori, e alla fine usiamo la rassegnazione, altro stratagemma che non richiede interazione costruttiva.

Ritorno all’analisi transazionale: Sappiamo “muoverci” all’ingiù. Buttare giù qualcosa per sentirci leggeri, sputare un rospo, fare una vomitata, dare un colpa dall’alto in basso, per appiattire quel che ci sta davanti.
È una soluzione. Ed è la preferita e quella praticata nel 99% dei casi, perché richiede solo una parte in azione. Il protagonista. Gli altro non devono partecipare. Basta che siano “presenti” in qualche modo.

L’analisi transazionale conosce altri due livelli di comunicazione.
Quello appena descritto viene chiamato lo stato del genitore, che rimprovera e sgrida.
L’altro stato possibile è quello del bambino che piagnucola e lamenta il suo stato di vittima.
Il terzo livello possibile è quello meno facile.
Ci si deve atteggiare come adulto, di fronte ad un altro adulto, e interagire con modi ragionevoli coinvolgendo. Oltre al consenso, che anche il genitore e il bambino incontrano facilmente, due adulti interagiscono costruttivamente.
È l’unico modo per rendere le cose migliori alle due parti, e generalmente non si tratta di creare sollievo. Si tratta di fare trattative, progetti, e piani d’azione.

Tornando all'esempio delle pietanze, dovremmo cambiare il sistema di cucinare, forse cambiando qualche attrezzo di cucina usato per cucinare (altro tipo di forno, padelle nuove, etc.).

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