domenica 31 luglio 2011

Le cose lunghe


Molte cose ci piacciono lunghe.
La pizza e la birra al metro, le svedesi di due metri, i vatussi, i tempi supplementari alla finale del campionato mondiale, le novelas e le soap operas, il naso di Pinocchio, Rocco Siffredi.

Ai Parlamentari e ai Senatori  piacciono i processi lunghi. O meglio, al governo piacciono.
Tanto, che per mettere in vigore questo aggiustamento a una legge ha chiesto il voto di fiducia.
I processi lunghi devono quindi essere di vitale importanza per il governo.
Tanto, che se non si approva, il governo si dimetterà e la maggioranza al potere perderà il potere che invece gli è garantito per altri due anni.
E siccome ai soci al governo piace governare – deve essere in primo luogo per i benefici e per la bontà della mensa parlamentare – hanno tutti accettato con piacere.

I processi lunghi sono un favore ai ricchi.
Sul processo lungo ci punta chi ha le prove chiaramente puntate contro di se, perché pagando arriva alla prescrizione e non può perdere. E così evita condanne, multe e carcere.
È per i ricchi, perché tirarla per le lunghe costa di più, ma è da vedere come un investimento.

Ora l’Italia è il paradiso per gli imbrogli in grande stile.
Se sei ricco, ti conviene reclutare giovani avvocati brillanti, e specializzarli nello stiracchiare un processo.
Poi fai i tuoi affari poco puliti, ti mantengo il processo fino alla proscrizione, e tu fai profitti a palate. Il costo del processo lungo lo aggiungi nel business plan.
Avvocati avviati potrebbero addirittura offrire pacchetti processo lungo.

Insomma: In Italia è felicità per gli avvocati e per gli affari poco puliti. Quelli molto grossi.

In un processo ci sono sempre due parti.
Il processo lungo conviene alla parte colpevole.
Se un ricco frega l’altro, considerando il processo lungo, quello che ha subito il torto o il danno non ha possibilità di ottenere giustizia. Trattandosi di ricchi, prevedo che prima o poi apparirà qualche clausola per salvaguardare i loro interessi, altrimenti qui si faranno solo imbrogli.
Quando invece è la magistratura a fare un inchiesta, in un certo senso la parte che processa è il popolo.
In un senso reale, è il popolo che paga i costi, perché si pagano con denaro pubblico.
Quindi il processo lungo alla fine dei conti vuole dire che anche il popolo spende di più, e al contrario di prima, non ha speranza di recuperare niente.
Il processo lungo quindi, stringendo ancora di più, vuol dire che una maggior parte dei fondi pubblici sarà spesa persa.
(Spenderemo di più in magistrati e si recupererà di meno).

In nome degli italiani quindi il governo ha deciso che si sprecheranno più soldi e i ricchi avranno un privilegio. Con i soldi si piegherà la giustizia.

Alla fine dei conti, per migliorarli i conti, si dovrebbe quindi scegliere tra due opzioni:
1)      Facciamo un censimento dei ricchi che hanno i mezzi per investire nel processo lungo, per tenerli schedati. (Potenziali nemici della società, perché possono tirare a fregarla impunemente).
Si fa anche un preventivo del costo pubblico di un processo lungo. Così sappiamo cosa ci aspetta. E il costo minimo che il ricco dovrebbe sostenere per superarlo.
Quando il processo lungo si presenta, alla prima udienza si propone al ricco di pagare alle casse dello Stato il 70% del suo costo previsto. Se ha rubato miliardi, ci evitiamo di spendere milioni a vanvera, e recuperiamo qualche milioncino.
Per farlo ci vuole ovviamente una legge apposta, ma il nostro governo sicuramente accetterà una proposta del genere, visto che va nella stessa direzione da loro presa, e va un passo oltre. E l’opposizione non potrebbe farci niente.
2)      L’altra possibilità è quella di avere pazienza, e appena possibile abolire la leggina.
Cosa che dipende da te. Se continui come finora, anche l’Italia continuerà uguale.

Considerando l’affluenza al referendum e la chiara risposta a leggi che proteggono dalla giustizia ad alcuni pochi privilegiati, è chiaro che il processo lungo è un sotterfugio per riuscire nell’intento per altre vie e gabbare la volontà popolare.

I tedeschi direbbero che ci hanno mostrato un naso lungo, cosa che potremmo tradurre  come che ci hanno fatti fessi.

Se la nuova cultura a base di media ci ha anche cambiati sotto questo aspetto, c’è poca speranza che l’italiano di maggioranza ne sia risentito.
Per tradizione comunque l’italiano non si faceva fare fesso.
Vedremo!

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